Due sono le forme di prodotti, più diffusi, per coloro che vogliono utilzzare il risparmio al fine di garantirsi una vecchiaia più serena e decorosa:
- le “rivalutabili”, legate a gestioni assicurative tradizionali, che garantiscono un rendimento minimo (in media l-2%) con un consolidamento dei risultati (pertanto il sottoscrittore otterrà i soldi investiti più il rendimento maturato fino alla scadenza);
- le “linked”, che si dividono in Unit ed Index la cui prestazione è agganciata invece a uno o più indici di Borsa non offrendo quindi di regola alcuna protezione dell’investimento, anche se il rendimento potrebbe essere decisamente più alto.
In particolare, le Index in alcuni casi sono talmente complesse, da dimostrarsi adatte a un sottoscrittore con un’adeguata preparazione finanziaria e propensione al rischio.
L’opzione migliore per contrarre un’assicurazione vita come strumento di risparmio e se la necessità di copertura è quella della protezione del “portatore di reddito”, è quella di contrarre una polizza vita TCM (Temporanea Caso Morte), che garantisca la liquidazione di un capitale ai beneficiari indicati in polizza, in caso di decesso dell’assicurato nel periodo di tempo coperto dal contratto.
Discorso a parte vale per le polizze LTC (Long Term Care, assistenza di lunga durata) che garantiscono la liquidazione di una rendita vitalizia o la fornitura di servizi se l’assicurato non è più in grado di badare a se stesso nella vita di tutti i giorni, oppure le coperture che liquidano un capitale di in caso di morte o invalidità permanente provocati da infortunio (coperture che come le TCM hanno dei costi decisamente più bassi). Tali coperture, a carattere previdenziale, si stanno diffondendo sempre di più nel nostro paese in quanto, l’allungamento della vita media ha come conseguenza logica una maggiore diffusione delle malattie legate alla non autosufficenza e il rischio di morte da infortunio è anch’esso aumentato drasticamente.